Punto di partenza e arrivo: Sambuco m.1100 circa
Ciclabilità: 80% salita, 90% discesa
Dislivello: 1550 m. circa
Sviluppo: 25 km circa
Difficoltà: OC/OC
Attività individuale: Luciano, Aldo, Matteo (13 anni).
Realizzata: 2 Agosto 2012
Descrizione percorso: La partenza è dal bivio sulla strada dell’inverso subito dopo Sambuco, si prosegue su di essa fino alla strada che arriva da Pietraporzio. Ora si svolta a sinistra seguendo per Pian della Regina. Arrivati al pianoro, ad un bivio si svolta a sinistra e poi al secondo bivio si va a destra e si comincia a salire decisamente su di una sterrata che all’inizio è impossibile pedalare vuoi per la ripidezza vuoi per il fondo di acciottolato, ma dopo un pò diventa più malleabile e si lascia pedalare arrivando così al piano delle grange del Ciaval (vedi fontana per l’ultimo rifornimento di acqua). Ora proseguiamo ancora sulla sterrata che dopo breve finisce a quota 2150 circa. Ora non resta che mettere le bici in spalla e seguire gli ometti che ci indicano la via su una labile traccia. Sulla strada dove non si poteva andare da nessun’altra parte era pieno di segni bianchi e rossi, ora che servirebbero, il niente più assoluto ma!! Seguendo sempre gli ometti, pian piano si arriva alla testata del vallone del Ciaval, ora si va a destra ad imboccare una valletta che ci porterà ad un colletto e poi in breve all’anticima del Ciaval quotata m.2652 ma non nominata, dotata di una piccola croce, ecco il perché della denominazione (Punta Croce Piccola del Ciaval). Per arrivare sulla vera Punta del Ciaval occorre seguire la cresta (dove si trovano i segni bianchi e rossi) e superare dei tratti di arrampicata, e con la bici al seguito, non è proprio il caso. Goduto dello spettacolare panorama con in basso nel vallone dell’Ischiator il Rifugio Migliorero, ora si ritorna sulla traccia di salita e inaspettatamente con parecchi tratti ciclabili, si ritorna al pianoro del Ciaval e poi sulla sterrata prima e asfalto poi si rientra alle macchine.
Note: Gita non proprio consigliata a tutti, ma riservata a gente assolutamente motivata e in cerca di angoli selvaggi e pochissimo battuti. Attenzione, quello che abbiamo seguito dovrebbe essere il sentiero P28 ma non esiste più, esiste solo sulla carta, nella realtà, nessun segnavia e nessuna palina di indicazioni, meglio andarci con il tempo assolutamente bello in modo da avere sempre una visuale chiara di dove si va.